Seven Days of Pain [Mission Level: Survive], Heavenly Kingdom's Coming!

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Vaalin
view post Posted on 29/3/2009, 21:24




[Quadro iniziale & direttive:]
    Ovunque la giornata trascorre, tranquilla che sia o meno, come al solito.
    Frotte di persone affollan come di consueto le vie delle città e la mattinata è così piatta che alcune guardie passan il proprio turno a giocar allegramente a carte all'osteria.
    Le piazze son gremite di gente e ovunque si solleva il gran chiasso di mille voci che si sovrappongono l'un l'altra...
    D'improvviso qualcosa però, in questa giornata così tranquilla, accade.
    La gioia di cui quell'allegra confusione popolare era espressione muta improvvisamente: da più parti si grida orrore.
    Ma non c'è neanche il tempo di rendersene conto, come dal nulla qualcosa spunta: delle specie di corpulente macchie indistinte si gettano sulla folla - Che accade? si urla, nessuno capisce più niente, la folla comincia a fuggire impaurita senza saper dove e da cosa.
    Come in un guizzo di irrazionalità la calca s'ammassa per le vie della città, intasandole in un modo che mai si sarebbe pensato.
    Ovunque un correre di qua, di là, di su, di giù... verso qualunque luogo, purché non sia quello in cui si è!
    Il terrore di un ignoto male attanaglia i più - fortunati! Poiché l'orrore che si presenta agli occhi dei pochi sfortunati è peggiore di ogni altro...
    Là delle possenti fauci si serrano possenti attorno all'intero torace di un uomo, là un padre si batte disperatamente per salvare i figli da una ferrea morsa di belva, là madri coi bimbi ancor infanti in braccio cercan scampo dalle bocche sbavanti... ma ovunque una costante: il sangue, le vite che si spezzano... le urla... la disperazione di chi vede volger in morte la giornata e al termine la vita che credeva ancor lunghe.

    Questo un sommario e rapido quadro - un compendio, direi - della situazione.
    Non mi son sdato poi tanto in descrizioni o che altro, ché voglio siate voi a farne, visto che siete voi a giocare in questa missione.
    Il succo di tutto è: siete nel vostro villaggio - o in altro luogo, se i vostri pg son di Konoha o Mukenin, come scritto nel primo post di questo topic - quando qualcosa di inaspettato e sconvolgente avviene.
    Spuntan queste masse indistinte di ossa e di muscoli da ogni dove e si gettano su chiunque capiti loro a tiro: ebbene, che fate? Che pensa, come agisce il vostro pg?
    Mentre io son via in gita scolastica sentitevi liberi di iniziare a preparare il post sulla base di questi dati e tenendo presente che ancora questi esseri non riuscite a metterli bene a fuoco con la vista, in quanto stanno imperversando tra la folla, che vi impedisce di vedere, di trovarle e di andar incontro a queste bestie.
    Quando tornerò e sarete pronti - in vari mi han detto che han da farsi accettare alcune cose - vi darò modo di scrivere anche questa parte; e inizieremo, finalmente.
    Insomma, avete il tempo di proporre e veder convalidate tecniche personali, armi o quant'altro stiate attendendo.




[Prefazione:]
    Alfine eccoci qua.
    Cosa diavolo sarebbe questa lungaggine tediosa?, in che razza di stile e tecnica hai scritto?, non avrai intenzione di postar così ogni volta? saran alcune delle domande che affioreranno nelle menti di coloro i quali leggan l'obbrobrio che segue.
    Per esser conciso - cosa che mai io fui e forse mai sarò veramente - il più che si possa, dirò chiaramente che se ho alternato tre punti di vista e creato ambiguità, nonché confusione, è stato per puro e semplice depistaggio: semplicemente volevo capiste poco, al momento.
    Che accade, perché, per mano di chi, quando? Queste son domande che saran risolte, nei miei progetti, solo implicitamente nello svolgersi della missione e alle quali pertanto sarete voi a dover trovar risposta.
    Spero vi piaccia.


SPOILER (click to view)

Legenda:

Azioni/Narrazione
«Parlato»
♱Pensato♱
«Parlato (Takeda)»
«Parlato (Allieva)»
Narrato (Allieva)
Narrato (Takeda)


Prelude: Flashback

[Diario di un'allieva [Giorno -8]:]
    Ryou-Sama percorreva ad ampi e frenetici passi la stanza in tutta la sua ampiezza, non trovando pace in alcun luogo appariva indaffarato pur nella sua sostanziale inattività.
    Che pensieri avran vagato per la sua testa in quei momenti? Ah, quanto vorrei saperlo! Quanto vorrei che fosse per me un libro aperto così come io lo son per lui!
    Forse oso troppo, diario, ma... pur nella sua eccelsa grandezza, lui... sì... insomma... avrà pur bisogno di qualcuno col quale confidarsi, no? È così naturale in fondo!
    Benché paia sempre così freddo e insensibile io so che c'è in lui la gran luce della speranza e un'umanità che nemmen s'immaginano, i maldicenti! Sì, è senz'altro così: sotto quella gran e dura scorza di insensibilità si nasconde il tenero cuore di una persona affettuosa; se agisce spesso in modo così cinico, spregiudicato all'apparenza - addirittura crudele secondo la vecchia retroguardia delle malelingue benpensanti e conservatrici: che assurdità!
    Insomma, se agisce in questo modo è certamente perché deve pensare al bene del Paese, del nostro amato Villaggio, pur se questo significa sacrificarsi lui stesso!
    Però con me parla poco... forse non sono all'altezza? Eppure io per lui svolgo qualunque compito... per lui io... io... son disposta pure a morire!
    È tutta colpa di quella Takeda... ogni volta che non è fuori città su suo incarico gli sta sempre intorno - e vedessi come lo accarezza, diario!
    Con quelle sue odiosissime grinfie passa in rassegna tutto il suo volto in un modo a dir poco irriverente... par che abbia fra le mani un cucciolo o un peluche.
    Non ha il minimo rispetto per Ryou-Sama, lei: non se lo merita!
    Ma di recente sembra che le cose non le vadano così bene come in passato, finalmente la sua fortuna sfacciata sta avendo fine, eheh...
    Sicuramente Ryou-Sama ha capito quanto sia falsa con quei suoi moducci tutti leziosi e graziosi, carichi di affettazione; o forse si è finalmente stufato di lei... sì, è senza dubbio così, lo sapeva sin da subito come è quella sciacquetta, ma per il bene del Villaggio ha sopportato tanti atteggiamenti irriguardosi!
    Ma a quanto pare la sua utilità sta per finire, per questo ora la manda sempre più lontano e più di frequente.
    P.S:
    Oggi ho cambiato taglio di capelli, spero che domani mi noti!

Il suono dei miei passi urtava le pareti della stanza, riverberandosi in ogni dove, generando un continuo e fastidioso rumore di sottofondo per il mio già tribolato cervello.
Eppure non potevo evitarlo, non riuscivo a fermarmi; camminavo avanti e indietro sin dal primo mattino ormai, sin da quel messaggio tanto atteso... finalmente era arrivato, ce l'aveva fatta!
Le lancette del tempo scorrevano come al solito impietose, l'ultima data utile si appressava sempre più.
L'attesa che mi separava dal magico momento accuratamente pianificato era angosciosa e lunga: un giorno intero, come resistere tanto?
Infine i miei passi si arrestarono, mi voltai verso la finestra e guardai lontano, nella direzione da cui sarebbe venuta il dì seguente.
    Ce l'ho fatta: la missione è compiuta.
    Come pensavi non è stato facile, anzi... ma non importa più ormai, finalmente l'obiettivo tanto agognato è in mano nostra.
    Tra qualche ora dovrei sostare alla base di appoggio locale, per poi ripartire - non son previste altre soste sino all'arrivo, che dovrebbe avvenire domani.

    Missiva cifrata al Daimyo - ne vien qui riportata la trascrizione. [Giorno -8]


    Ho bisogno di parlarti, ora più che mai.
    Grandi cose son in movimento e il villaggio potrebbe non esser più sicuro nemmen per te...
    E poi se non parlo subito con una persona fidata sento che potrei scoppiare... spero di incontrarti nel luogo prefissato, ma potrò attenderti solo pochi minuti; ti prego, vedi di esserci.

    Lettera sospetta sequestrata prima dell'invio, poche ore dopo l'omicidio.

[Diario di un'allieva [Giorno -7]:]
    Oggi è arrivata Takeda, quella smorfiosa.
    La fronte altera e statuaria, l'incedere certo e deciso, gli occhi sicuri e fidenti: il tutto accompagnato da un che di superbo, un certo modo protervo di porsi e atteggiarsi.
    L'ho vista nel corridoio, diretta nell'ufficio di Ryou-Sama, dove anche io stavo entrando. L'ho attesa davanti alla porta chiusa e mi son sforzata di salutarla, ma niente, non m'ha degnato né di risposta né d'uno sguardo.
    Semplicemente ha afferrato con freddezza la maniglia ed è entrata - senza nemmeno bussare, che irriverenza!
    Ryou-Sama è scattato in piedi appena l'ha vista e l'ha accolta in evidente trepidazione; al mio ingresso non ha riservato neanche una parola...
    Ho stretto a me la cartellina da lavoro con su tutti i rapporti della mattinata e portato il tappo della penna alla bocca, iniziando a mordicchiarlo, in attesa che lei finisse la sua sceneggiata.
    Oggi sui suoi capelli campiva un rosso a tratti acceso e a tratti cupo, invece del solito biondo oro; Ryou-Sama lo ha notato subito e le ha chiesto da dove saltasse fuori una tal novità, ma tradendo una certa fretta che pareva dire "ora che abbiam detto quanto eravamo in dovere di dire non perdiamo più tempo ed andiamo dritti al sodo".
    Lei ha concisamente risposto che era colpa del sangue - come se ci si potesse credere! - e del fatto di non essersi ancora potuta ristorare "condecentemente", ma che contava di farlo appena ricevuto quanto le spettava.
    Portogli chissà qual diavoleria avvolta in un bianco telo, lui ha fatto un piccolo balzello all'indietro, come in preda ad una repulsione totale ed estrema.
    Dopo qualche schermaglia verbale cui non ho potuto badare - una guardia era venuta a consegnarmi qualche scartoffia arretrata - si sono accommiatati freddamente e lei se n'è andata col solito suo fare arrogante, ma con anche una certa nota di stizza - ben le sta, in qualunque modo l'abbia trattata Ryou-Sama dovrebbe farlo più spesso!
    Mi son quindi fatta avanti con garbo e con grazie, modulando la voce affinché non risultasse sgradita a quel pover'uomo turbato.
    Doveva aver veramente detto o architettato qualche gran inghippo quella Takeda per lasciarlo così... è proprio un'ingrata: e pensare che è grazie a lui se lei può camminare così liberamente per le strade e alla luce del Sole!
    I duri giorni di marcia son ormai alle spalle e la sicurezza aumenta ad ogni metro in più percorso in direzione Konoha: stringo forte la mano destra intorno all'asta del preziosissimo oggetto che porto e sorrido; ce l'ho fatta, sono riuscita nell'impresa per la quale Ryou tanto fremeva - e freme sicuramente tuttora.
    Un drappo bianco avvolge in un alone di sacralità l'importanza del dono che mi accingo a fargli e tutto sembra ormai volger al meglio.
    Eppure un'inquietudine inspiegabile pone una seria e cupa ipoteca sul futuro, da giorni non riesco a scinder questa orribile sensazione dalla felicità che pensavo avrei provato al termine di questa impresa... dirò di più, è come se in effetti quest'ultima fosse infinitesima di fronte all'angoscia, o, ancora peggio, come se non fosse affatto.
    Ma le mura del villaggio della Foglia si stagliano finalmente all'orizzonte e ogni tristo pensiero viene fugato per qualche istante: lascio da parte le preoccupazioni e mi concentro solo sulla gioia con cui sarò premiata; oggi è il
    gran giorno.
Mi passai la mano destra sulla fronte sudata e poi fra i capelli: ero sull'orlo della disperazione, un oscuro baratro di preoccupazioni si distendeva innanzi ai miei piedi, eppure sentivo forte l'impulso di compier quell'ultimo passo e di piombare finalmente in quell'abisso.
Ma niente era così semplice per me di quei tempi, tutto appariva complicato e denso, ricolmo di pericoli e imprevisti d'ogni sorta.
Appoggiai il capo sul palmo aperto della mano, roteando al contempo la penna con le dita, in cerca di ispirazione; davanti a me, su un foglio un tempo bianco, un intrico di linee d'inchiostro si dipanava in ogni direzione, perdendo ed acquistando di senso secondo il punto di vista da cui l'osservavo.
Ancora una volta allungai l'arto più avvezzo alla scrittura, benché ormai da giorni li usassi entrambi per quello stesso fine, mi accinsi a marchiare con l'ennesimo frego l'ultimo insuccesso ed insoddisfazione.
La punta metallica scorse leggiadra sulla superficie cartacea, con un ampio gesto del polso, ma il nero liquido portatore di parola non si fece vedere.
Gettai la penna: era la quinta in quella giornata.
    Un rimbombare di passi si espande per le ampie sale del palazzo governativo della Foglia e al suo passaggio tutto tace: l'incessante via vai di funzionari, guardie e messaggeri si arresta, il chiacchericcio diffuso si interrompe e si perde in un silenzio subito rotto.
    Nei loro occhi vedo ciò che alcuni direbbero esser il riflesso della mia vanità più superba, ma ciò che provo è diverso... non è il vacuo sentire di chi sia appagato di sé stesso, dell'invidia suscitata o di similari altre mondanità, no, è altro: è finalmente il percepire negli antri più profondi del cuore e dell'animo di non esser soli e reietti, il riconciliarsi con l'intera società umana.
    Questa sospensione creata al mio passaggio non alimenta semplicemente il mio ego, di quello poco mi importerebbe, ciò che veramente mi tocca è il fatto di non esser per una volta vista come altro, di esser libera, di potermi permettere di vagare dove io voglia... è l'annullamento e il superamento di un'incolmabile distanza, l'appartenere nuovamente ad un gruppo.
    Ma con l'avvicinarmi alla mia meta divengo assorta nei miei pensieri e non bado minimamente a ciò che mi circonda, pongo i miei passi gli uni davanti agli altri meccanicamente, mi muovo in modo automatico, come se a guidarmi fosse un'invisibile ed infallibile forza.

    Giungo davanti alla porta, la apro con trepidazione e faccio il mio ingresso nella stanza, attendendo gioiosamente il plauso dell'uomo che si trova al suo interno.
    Ma l'accoglienza reale è più fredda di quella ideale immaginata e fantasticata così tante volte nel corso del viaggio e della missione stessa... benché scatti in piedi teso come una corda di violino percepisco che tutta la sua attenzione, tutte le sue aspettative risiedono nell'oggetto che porto, non in me.
    Un poco rimango stizzita per quel suo modo di fare, ma posso forse biasimarlo? Certo l'ottenimento di quanto ora ho in pugno vale tanta preoccupazione e le aspettative che mostra... però...
    Basta pensare, è l'ora d'agire: che inizi col piede sbagliato o con quello più giusto possibile questo è pur sempre il
    gran giorno, tutta una vita si schiude davanti a noi per rimediare a qualunque errore possiamo aver fatto.
    «Finalmente di ritorno, Takeda! Attendevo con ansia il tuo rientro»
    «Ben lo immagino...» dico quasi mordendomi il labbro, con aria di evidente disappunto e malcontento, tanto che lui si affretta a cercar un modo per rimediare «Come mai questo rosso così vivo oggi?»
    Idiota: se crede di potersela cavare con così poco, be', si sbaglia.
    Gli rispondo con voce atona, perché lo capisca
    «È colpa del sangue, ormai ha attecchito e non vuol saperne d'andarsene» l'allusione è di quella che solo noi due possiamo cogliere: gli rimembro ad un tempo il duro lavoro eseguito e i tanti incarichi portati a termine per lui, le numerose vite stroncate per suo desiderio e progetto «Non ho ancor avuto modo di ristorarmi condecentemente, sai, ma contavo di farlo a breve... subito dopo questo nostro incontro»
    Accenno un sorriso: pur ricordandogli l'implacabile marcia cui mi son sottoposta per la sua fretta tocco di sfuggita il tema della mia, anzi della nostra ricompensa.
    Un attimo di silenzio segue le mie parole, lui sembra capire e un angolo della sua bocca risponde col suo al mio sorriso.
    Ma qualcosa mi inquieta... non so... c'è come un che di strano in quel nostro dialogo così stranamente freddo.
    Sollevo dritto il braccio con cui reggo l'oggetto, avvolto in un candido velo... non faccio in tempo a porgerglielo del tutto che lui fa come un salto all'indietro, arretrando come colto dal più disgustoso ribrezzo.
    Qualcosa si muove allora nella mia testa, benché non sappia dir cosa e la mia conclusione sia incerta
    «Dunque è vero...»
    Mi guarda in modo strano, tronco la frase e i pensieri, percepisco che deve averlo in qualche modo turbato.
    Con disinvoltura passo oltre, per salvar il possibile - ben poco, visto l'andazzo...
    Allontano da lui il motivo di tanta reazione e avvicino al suo posto l'altra mano, distesa, aperta e vuota - se Dio vuole ancora per poco!
    Sorrido di cuore e i miei occhi esprimono tutta la gioia che provo.
    Una letizia delusa però, ben presto per giunta.
    Mi guarda come a dire
    che vuole costei? e rimane muto e immoto, con la bocca semiaperta.
    Niente più trattiene la mia dal proferire con la freddezza delle parole il mio rammarico: il volto cangia espressione, che si fa dura e tutta intenta ad esprimer rimprovero
    «La promessa, Nara-San.»
    Ancora nulla, non si smuove, che rabbia!
    «...»
    Stringo forte la mano attorno all'oggetto per cui ho tanto penato e che avrebbe dovuto significare l'avvento di un momento per noi così importante. Forse mi sbagliavo, penso.
    Forse l'unica a tenere a tutto quel che era stato detto sono io.
    Infine ricorda - alla buon'ora! -, come colto da un'intuizione fulminea.

    «Ma certo, Takeda!» apre un cassetto e vi fruga dentro con fare incerto, per poi trarne fuori l'oggetto del mio desiderio, il simbolo dei sogni che avevo nutrito per tutto il viaggio «Ecco qua»
    Sorride - Dio, quanto è falso!
    Pone nella mia mano
    la chiave, nuova e lucente, ma non basta a farmi recuperare il buon umore e l'entusiasmo di prima.
    Ci salutiamo freddamente e esco più che stizzita - sono furente!
    Quasi neanche mi accorgo della presenza di quella poveretta della sua allieva e la consueta pietà per lei non mi tocca nemmen da lontano, oggi è decisamente un
    pessimo giorno - e questo un pessimo modo per iniziare le cose.
 
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Funkymonk_86
view post Posted on 30/3/2009, 16:53




.:::: The Ephemerality Of Peace ::::.

.: La pace non è armonia, la pace è effimera, in quanto per natura è sbilanciata verso l'ordine nell'eterna battaglia tra esso e il chaos. Per quanto noi la tentiamo di forzare, la natura farà sempre si di riportarci verso il chaos, con le conseguenti tensioni che sfociano in guerre, guai a voi sognatori che pensavate fosse possibile vivere in pace, essa è come una farfalla, splendida ma di vita breve.


CITAZIONE
. Da ascoltare mentre leggete:


CITAZIONE

Narrato
*Pensato*(Juugo Nromale)
*Pensato*(Juugo Assetato di Sangue)
"Parlato"(Juugo Normale)
"Parlato"(Juugo Assetato di Sangue)


CITAZIONE


Era una mattina bella e soleggiata di inizio primavera, uno di quei rari giorni in cui la tipica nebbia da fondovalle di Oto si dirada e gli uccellini cinguettano, ma come ho detto...era...un bel giorno, ma presto si tramutò nel peggiore incubo che Oto avesse mai visto dalla sua fondazione, morte e sofferenza dilagarono per le strade in un batter d'occhi, le immagini di quel giorno rimasero impresse a sangue sulla retina degli ignari spettatori che videro i loro cari venire estirparti dall'esistenza l'un l'uno.

Ma facciamo un passo indietro, quella mattina Juugo si era alzato di buon umore grazie ad una Saxicola Torquata che era entrata silenziosamente dalla fessura lasciata appositamente aperta nella vetrata della camera circolare in mezzo al giardino zen, dove soleva riposare il Kokage dall'inizio della primavera fino all'inizio dell'inverno. Era molto bello svegliarsi al mattino e alzare lentamente le tende dalle enormi vetrate che permettevano una visione a 360° dell'intero giardino interno del palazzo.

Il piccolo passero si avvicinò in silenzio zampettando sul cuscino per avvicinarsi all'orecchio di Juugo e con un cinguettio allegro ma al contempo delicato svegliò il kage, che però non ne aveva proprio voglia di alzarsi quindi il servo in miniatura gli becchettò delicatamente il lobo dell'orecchio fino a che Juugo disse.

"E va bene...va bene...mi alzo", stirandosi e sbadigliando, mentre il passerotto si spostò sul comodino e tornò a cinguettare allegramente seguito poi da altri compagni che erano entrati mentre Juugo si accingeva a tirare su le tende, rivelando l'incredibile primo sole primaverile, che si rifletteva ancora formando riflessi cangianti sulla superficie del piccolo torrente e dei laghetti che attraversavano il giardino, le camelie erano in fiore con i loro incredibili petali multicolore. Gli uccellini lo avvertirono che era giorno di mercato in città, che tutto era nella norma, le guardie non avevano avuto problemi nella notte, e che era finalmente iniziata la migrazione di ritorno delle rondini nella notte ed avevano già iniziato la nidificazione.

Era proprio una giornata lieta quella, Juugo era felice come la primavera quando era uscito dalla sua auto-prigionia nel laboratorio, la visione di quel sole era la sveglia più felice che poteva attendere, si prospettava davvero come una giornata perfetta.

Per questo decise di non andare all'ufficio ma ricevere qui in giardino, quindi scrisse velocemente due bigliettini, uno che indicava al consigliere a cui aveva incaricato di gestire le scartoffie meno importanti, che gli indicava di mandargli le visite e i documenti più importanti al suo tavolino da te nel tempietto del giardino, e l'altro per la sua domestica per portargli il miglior tè.

Per la prima ora non si presentò nessuno, la quiete regnava serena, li dentro nella tranquillità del giardino si isolava dalla parte caotica del mondo grazie al suo potere, sorseggiando il suo tè e riscaldandosi con questo caldo sole primaverile che filtrava vorace tra i rami del ciliegio in fiore, ogni tanto qualche petalo disturbato solo dal cinguettio di qualche uccellino cadeva sulla superficie del laghetto emettendo dei perfetti cerchi concentrici.

Solo in lontananza si percepivano gli echi del mercato, ma all'interno delle mura del palazzo lo attutivano lasciandolo sopraffare dal lento scorrere dell'acqua e dagli alleghi schiamazzi degli uccelli in amore; a salutare Juugo passò veloce uno stormo di rondini, che salutò felicemente con un gran sorriso e fischiettandogli dietro un allegra melodia, il tè era fantastico, e quindi strappò un fiore di camelia dall'albero vicino e lo osservò, lo annusò e pensò.

*E' proprio vero, questo fiore oltre ad essere splendido e profumatissimo, con l'infuso ci fornisce anche la bevanda più preziosa per tutti, il tè, anche solo le foglie, ed ecco il tè che beviamo tutti...cosi buono e sottile e rilassante...*

Juugo siccome non arrivava nessuno ed evidentemente non vi erano alcuni documenti importanti da controllare ebbe varie ore per rilassarsi nella più totale armonia, degustando dolcetti di tè e fagioli rossi azuki avvolti in petali di ciliegio, i suoi preferiti, li aveva portati dal mercato come premura la sua assistente conoscendo i suoi gusti, Juugo pensò che si meritava proprio un aumento di stipendio la brava e bellissima signorina Nishino, ne aveva portati davvero tantissimi, che però sbafò senza risparmiarsi riempiendosi la pancia, avrebbe probabilmente saltato il pranzo.

Mentre gustava il tè in questa mattinata libera da impegni si dilettò a scrivere qualche Haiku ma quello che riassumeva più la sua emozione era:

CITAZIONE

"Un fiore di ciliegio
Sole caldo che Irradia
Questo mio insulso cuore"


..........Haru (Primavera), Juugo no Tenbin


La calligrafia con cui aveva scritto questa breve poesia era pattumiera, infatti Juugo stava prendendo lezioni di calligrafia da circa un anno, ma non era ancora così bravo, intanto scrivendo Haiku, la allenava, ne scriveva decine ogni giorno, ma nonostante oggi fosse così ispirato di colpo uno stormo di rondini spaventate sfrecciarono a velocità incredibile sopra il palazzo e ulteriormente verso sud, era il primo segno che questa giornata sarebbe andata in malora.

Gridando come delle matte le rondini fuggivano in preda al panico abbandonando gli abbozzi di nidi che avevano iniziato a costruire, di colpo tutti gli uccellini si misero a tacere ed improvvisamente vari stormi fuggirono dagli alberi, eppure era ancora una giornata soleggiata e bella...cosa diamine poteva turbarli si chiese Juugo, e facendo un fischio richiamò alcuni dei suoi fidi passeri ninja.

Erano passate due ore da quando si era svegliato ormai erano circa le 11 e un quarto del mattino, in trenta secondi arrivarono volando all'impazzata tre passeri, Juugo porse braccia avanti e si posarono li cinguettando a turno, grazie al suo allenamento derivato da anni di prigionia con cui poteva parlare solo con i rari passeri che entravano nella sua cella capì ciò che comunicavano.

"Sembra che tutti gli animali del villaggio siano in preda al panico, anche noi abbiamo una brutta sensazione, ma le resteremo vicino capo", il secondo disse invece: "Credo che qualcuno o qualcosa sia penetrato nel villaggio dalla porta ovest approfittando della folla", Il terzo interrompe cinguettando "Anche dalla porta est!, sire, le vostre guardie umane si sono messe all'inseguimento ma li hanno persi di vista, quei cosi..."

Juugo sorpreso, dal fatto, non capisce come sia possibile, che hanno eluso la sicurezza del villaggio, e che soprattutto i passeri non sono riusciti a dare informazioni sui nemici, nemmeno a capire chi fossero.

"....Cosi?!....ma cosa intendi per cosi?, Konohani? è un attacco in massa?"

Un Kage Preoccupato, un nemico velato, è ora di rattristarsi?, questo sarebbe stato un ottimo Haiku per descrivere lo stato d'animo di Juugo, in quanto uomo davanti a un avversario di cui non si hanno informazioni e di cui l'attacco può essere improvviso e che si erge imminente distruggendo questa giornata bellissima, certo che il mistero è il migliore degli attacchi psicologici di un nemico evidentemente pericoloso.

Ad aumentare la tensione un grido di donna raggelò l'aria, proveniva da oltre le mura ora Juugo si era concentrato sui rumori di sottofondo vi erano rumori mai uditi prima e ulteriori urla e grida, rumore di vasi rotti e di calpestii di piedi, rumori di lotta.

Il Passerotto rispose: "No, non erano umani, e tutti i passeri del bosco sono fuggiti, solo noi che siamo stati evocati siamo riusciti a resistere all'istinto, anche se ci sentiamo nervosi...quelle creature erano strane sembrav...."

D'improvviso qualcosa di inaspettato, i passerotti ninja d'improvviso smisero di cinguettare e in un attimo si gettarono verso la sua faccia, Juugo di istinto si protesse i viso con un braccio e li scacciò con l'altro, ma non ci aveva dato di forza e con la velocità di un kage, erano suoi amici suoi compagni, nonostante fossero abili ninja, infatti schivarono il colpo tirato alla cieca. Juugo continuava a proteggersi il viso e si rannicchiò in posizione fetale per evitare le beccate affilate come kunai, perché mai quelle creature da sempre sue amiche, sue compagne, che lui stesso aveva evocato, che ogni giorno sfamava e coccolava, lo stavano d'improvviso attaccando?

*Accidenti sembra la tecnica di quel tizio che mi ha assaltato quando hanno provato ad assassinarmi, aveva controllato tutte le mie evocazioni, ma prima di impazzire quel passero ha escluso che fossero dei ninja, diceva più che fossero creature quindi o non sono Konohani o sono delle strane evocazioni, che stiano utilizzando qualche strana arma contro di noi?...dannazione devo saperne di più, intanto devo trovare un modo per rimandare questi passeri via senza fargli del male, di certo non è colpa loro*

Intanto i passeri vedendo il Kage a terra rubarono dalla sua saccoccia aperta il filo metallico grazie a delle complicate acrobazie in volo che solo degli uccelli ninja formarono una trappola a rete e si diressero su di Juugo avvolgendolo, anche se non gli servivano, l'ombra di Oto aveva composto il sigillo della pecora e aveva effettuato un Tai, una liberazione e paf paf paf, tre nuvolette di vapore, e si scrollò la rete di dosso rialzandosi in piedi, mentre un

*Tsk, non è la tecnica del daimyo di Konoha, con quella non potevo liberarli, mhh, certo che è davvero strano, forse per ora è meglio che non mi arrischio ad evocare nulla di grosso, non vorrei ritrovarmi contro Kaze Oni o qualcosa del genere...ma ora devo scoprire cosa succede...cos'è che oscura il sole...Fumo?*

Varie colonne di fumo si alzavano da dietro le mura del palazzo, qualcosa del villaggio andava a fuoco, le urla erano sempre più forti, di improvviso un ninja della squadra speciale di Oto saltò sul tetto davanti a Juugo ed urlò: "Kokage-sama, abbiamo bisogno di lei è un emergenza!"

Juugo saltò sul muro arrampicandosi col chakra e poi saltò di nuovo sulla cima del tetto del suo palazzo, poteva vedere tutta la città da lassù, ma lo spettacolo era raccapricciante, i banchi del mercato tutti devastati, alcuni a fuoco, molti corpi a terra, varie colonne di fumo, l'aria puzzava di fuliggine, la persone che scappavano all'impazzata parevano formiche il cui formicaio sia stato allagato...che scempio, Juugo vedeva alcuni ninja ed alcuni civili che si erano armati di bastoni a combattere qualche cosa, qualche essere infame, ma non poteva dargli un nome, non poteva vederli con chiarezza, nascosti nei vicoli e muovendosi veloci.

In quanto Kokage poteva fare solo due cose vedendo la propria città ridotta in quello stato, la prima dichiarare al ninja guardiano lo stato di emergenza, che prevedeva la raccolta di tutti i ninja che sarebbero potuti intervenire, e farli intervenire il più presto possibile.

La seconda scendere ed eliminare il problema in prima persona, uccidendo coloro che avevano distrutto questa giornata che dava l'impressione che sarebbe stata perfetta, ma uno strano sorriso si stampò sulla sua faccia, forse non sarebbe stata così male, in effetti era arrugginito e uno di questi giorni eh si voleva proprio tornare fare un pò di movimento, di un pò di azione anche se aveva scelto il giorno meno adatto, ora la preoccupazione si era fermata lasciando spazio alla voglia di menare le mani, doveva solo decidere il bersaglio, si scrocchiò le dita ed ingoiò gli ultimi tre dolcetti sakuramochi del mattino.


CITAZIONE
. Stato di Juugo:
SPOILER (click to view)
Stato Fisico: Illeso
Stato Mentale:Carico, Voglioso di Combattere

Chakra: [1000/1000]


Armi:
25 x Kunai
25 x Shuriken
5 x Flash
5 x Bomba Incendiaria
11 x Fumogeni
12 x Sigilli Esplosivi
20 x Makibishi
1 x Rotolo da Richiamo
CITAZIONE
Contentente:
- Zambato
- Naginata
- Kusari gama
- Kusari fundo

2 x Amplificatore di Dosu
1 x Paio di Guanti con Lamina in Acciaio
1 x Maschera Antigas
2 x Tekken
1 x Lancia spiedi avvelenati
15 x Fukibari
1 x Kusari Gama (Hihi, Rubato in uno sconto col Daimyo di kiri
1 x Kusari Fundo
2 x Katana
CITAZIONE
Quelle di Juugo sono due Katane di estremo valore qualitativo, appartenevano ad Orochimaru da un un sacco di tempo, "Sangue di Rosa Nera" una katana col fodero in opale nera con un serpente di smeraldi che risaliva fino all impugnatura dove vi era una testa di serpente con le falci spalancate e "Veleno Verde" una katana a doppia lama in rare scaglie di un serpente verde.

Tonici
2 x Tonico da Guerra
3 x Tonico Azzurro
6 x Tonico Nero
1 x Tonico Arancione
1 x Tonico Marrone
1 x Tonico Violetto
1 x Tonico Rosa
2 x Tonici coagulanti

Evocazioni Attive:

Nessuna



Edited by Funkymonk_86 - 8/4/2009, 12:10
 
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dragonbest
view post Posted on 13/4/2009, 12:10




Narrato
Parlato
Pensato


Distruction in the village




 Ad Oto, villaggio dove oramai Fabius era residente, fino alla sera precedente al massacro che di lì a poco sarebbe avvenuto tutto taceva in perfetta armonia con l'ambiente, come sempre molto rilassante e ottimale grazie alla qualità della natura che lo abitava.

Quella notte tutto taceva, e Fabius come al solito si era diretto verso la sua abitazione dopo una giornata di allenamento, alla quale ultimamente si dedicava maggiormente poichè impegnato nello svolgimento dell'esame di selezione dei chunin da dove aspirava ad uscirne vincitore.

Aveva già vinto il primo incontro, proprio contro un  avversario del suo stesso villaggio, le cui capacità fin dal primo minuto di combattimento non gli erano sembrate molto alte. Ma ciò non importa: il ragazzo si allenava per tenersi in forma, soprattutto ora che era il momento in cui i rispettivi ninja erano stati rimandati ai loro villaggi di appartenenza per aspettare gli inizi dei turni successivi.

Fabius dopo essere tornato a casa, mangiò qualcosa velocemente, per poi dirigersi verso il suo letto , stanco e privo di forze. Il riposo era essenziale per un ninja, nei moment in cui non si combatteva o perlomeno si era in condizione di potersi rilassare, il genin preferiva sempre farlo in modo da risultare pronto per qualsiasi situazione di emergenza.

Quella notte risultò normale e fin troppo pacifica: tutto funzionò alla perfezione, nessun allarme o quant' altro, il tutto cominciò però il mattino seguente:

Erano all'incirca le 9-30 quando Fabius si alzò per la sua prima colazione: aprì le tende della sua stanza per vedere il sole, che in pochi istanti gli riscladò la stanza con i suoi raggi accesi, subito dopo si diresse verso la cucina al fine di prepararsi da mangiare.

Svolse normalemnte tutte le sue quotidiane abitudini ma qualcosa nell'aria non lo convinceva: tornò in camera sua per vestirsi e andare a continuare i suoi allenamenti ma all'improvviso la foto del suo cane che teneva sul comodino cadde con un tonfo improvviso che venò il vetro antistante la foto.


<<come mai??e' cattivo segno. Io e kira anche se distanti siamo legati da un particolare rapporto che ci permette in un certo senso di essere vicini l'u l'altro. In questo caso però penso che sia un brutto segnale, un avvertimento. L'unico problema è: come mi presento da Juugo? Non posso certo dirgli:

sai, la foto del mio cane si è rotta, siamo in pericolo!Non mi crederebbe mai..Vedrò di stare in guardia, almeno per qualche ora, finchè non sono tranquillo e capisco che non c'è pericolo>>


Fabius non era completamente certo che ci fosse dietro qualcosa di losco che avrebbe potuto compromettere la quotidianità del villaggio, anche perchè la caduta della foto poteva essere avvenuta per puro caso.

Infondo quella mattina ad Oto tutto taceva perfettamente, e non sembrava proprio si potesse scatenare da un momento all'altro il putiferio, certo era che non poteva far finta di nulla. Per prevenzione, decie di passare un pò di tempo sul tetto della sua casa, un pò per vedere il panorama del villaggio ed in un certo senso per assicurarsi di eventuali attacchi e un pò perchè il tutto poteva far bene al suo allenamento: cosa c'era di meglio che un allenamento mentale concentrando il proprio chakra nella mente?

Passò diverse tempo in quello stato di profonda calma, lì sul suo tetto, finchè la sua attenzione venne distratta da un urlo improvviso proveniente dalla parte est della città, una strage:

I nemici penetravano da est e da ovest, volevano invadere il villaggio.Probabilmente con un attacco così devastante in migliaia non sarebbero sopravvissuti.Ombre di creature, così all'improvviso soppravvanzarono saltando da destra a sinistra colmando la paura dei poveri lavoratori e della gente che in quel momento svolgevano la loro quoidianità.

Erano tutti, o almeno chi ancora era sopravvissuto, attoniti di fronte all'avanzare di quelle bestiacce, di cui solo l'ombra si riusciva a vedere, in quanto il correre della folla alzava irrimediabilmente troppa polvere e troppa paura per permettere di capire lucidamente la forma, il modo in cui attaccavano e tanti particolari che in quel momento servivano per ragionare.

Fabius stesso rimaneva lì, sul suo tetto impaurito, dinnanzi ad una scena che mai prima aveva visto: non comprendeva come tale fatto fosse potuto succedere in cotanta felicità, una cosa però era certa: il presentimento che aveva avuto era del tutto fondato.

Inermi i poveri civili cadevano a terra morti, alcuni feriti si tenevano ai muri per poi giacere al suolo in preda al dolore, le cariche più alte del villaggio, le guardie presenti, combattevano incessantemente per cercare di salvare il salvabile ma una cosa era certa: anche Fabius per quante possibilità avesse di salvare il villaggio doveva dare il suo contributo. Che questo mi potesse servire per l'allenamento? Bah, questo non sfiorò se non per pochi istanti la mente del giovane shinobi, che da quel moento avrebbe prestato tutto il suo servizio alle forze del villaggio. Si guardò intorno, cercando di evitare un iniziale impatto con quelle bestie, prima a sinistra, poi a destra finchè sul palazzo del kokage vide Juugo insieme ad una guardia, che si accingeva a studiare probabilmente una strategia offensiva che potesse far finire tutto in pochi secondi: lui ne era capace, era il kokage. Pochi secondi e con balzi veloci e scattanti, Fabius si ritrovò davanti al palazzo. concetrò il chakrà e raggiunse Juugo:

<<ehi, ciao Juugo, senti ho intenzione di dare una mano al villaggio, questa situazione mi puzza. Hai in mente un piano?Queste bestie sono troppo veloci da localizzare con esattezza ed il problema è che non abbiamo molto tempo>> Dopo aver parlato, si legò il coprifronte alla testa, tirò fuori gli oggetti dal suo equipaggiamento e disse:<<questo è tutto quello di cui dispongo per un attacco a distanza, opterei per questo in modo che così possiamo attirare la loro attenzione e localizzarli, che ne dici?Cosa si può fare secondo te?>>



SPOILER (click to view)
stato fisico: illeso

stato mentale: preoccupato ma pronto all'azione

chakra: 300/300

equipaggiamento:

x1 tonico coagulante

x2 tonici blu

x1 katana

x2 bombe carta

x5 kunai

x5 shuriken

x1 bomba fumogena

x1 pacco di makebishi


Edited by Funkymonk_86 - 15/4/2009, 21:35
 
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Sasshi
view post Posted on 16/4/2009, 23:24




CITAZIONE

Incipit
Narrato
Parlato
»Pensiero«
Parlato altrui


Tra Thè, Carte ed Insetti.

Sto perdendo, sto perdendo! Posso sempre imbrogliare... oh, cosa? No, dicevo, l'onestà prima di tutti, miei gentili lettori! E come sempre mi trovo annoiato, su un tavolo, a scartar qualche carta e bevendo il mio fedele Thè. A volte penso che sarebbe più divertente berlo sotto il tavolo, almeno qualcuno mi noterebbe e sarei così proclamato Dio ad oltranza o qualcosa di simile. La vita non è così ragazzi! Non si vive di gloria e proclamazioni! O almeno per voi. Ma ora basta inventarsi cose a caso per intrattenervi, meglio passare ai fatti della giornata. Era divertente, però.

Ed era così che mi trovavo a passare l'orario di turno come guardia. Con una tazza di thè bollente in mano e un mazzo di carte. Con me c'erano altri amici, non ninja. Avevo indosso il giacchetto da Chuunin, giusto per mostrarlo un po' in giro. Ero pronto, potevo rispondere a qualsiasi domanda, perché mi ero formulato una risposta adatta a tutto.

»Signora, signore. È colpa della società! E chi è la società!? Siamo noi!«

Mi pareva una bella frase da dire a qualsiasi passante. Alcuni vecchi mi davano ragione e mi esaltavo. Altri mi guardavano storti, li rimettevo dritti e mi esaltavo. Quelle parole erano, insomma, motivo di esaltazione. A parte quando sbagliavo sesso e davo ad una ragazza del signore. Quello portava solo cinquine in faccia. Ma in fondo era bello farsi toccare da fanciulle della mia età. Avrei sbagliato più spesso, da lì in avanti. Ma torniamo al momento in cui stavo giocando a carte. Un tavolo di legno separava me e i miei amici. Stavamo giocando ad asino. Un facile gioco che non faceva sprecare troppe energie. Non c'era motivo di calcolo, non c'era da muoversi troppo. Insomma, un gioco perfetto. Eravamo rimasti io e un altro, un giovane pieno di promesse. Dico ciò non sapendo nemmeno chi fosse, ma almeno sembra che io esca con persone di alto calibro. Era divertente giocare con esser...cioè, persone normali, che non sapevano nulla sull'arte ninja.

Dammi la carta che mi serve o uso una tecnica che, prima ti stacca le dita, poi te le attacca, te le spezza e te le riattacca spezzandotele.

No, non puoi. L'altra volta, quando ti sei esaltato per esser diventato Chuun... com'è che era? Boh. Comunque, l'altra volta ci hai spiegato che non puoi usare Jutsu contro di noi senza un valido motivo. Perdere a carte non penso lo sia.

No. Non era divertente.
Mentre i giovani e i vecchi si facevano sempre più intelligenti, io me ne restavo nella mia ingenuità. Non che ne fossi felice. Mi era indifferente. Persi anche quella partita. Sbattei il pugno sul tavolo. Cavolo. Era la decima volta di fila. Ci doveva essere il trucco!


Il conto, Signor Nike.

Avevo espressamente chiesto di non chiamarmi per cognome. Era meglio così. Ci sarebbero stati troppi autografi da fare. Guardai la giovane cameriera.

Signore. È colpa della società! E chi è la società!? Siamo noi!

Mi guardò malissimo e mi diede uno schiaffo. Se ne andò sdegnata. Ah, quella frase era la mia salvezza! Con uno scatto, senza motivo, mi alzai in piedi, facendo cadere lo sgabello dietro di me. Tutti gli sguardi ricaddero su di me. Un lieve venticello mi accarezzava i capelli e i vestiti, provocandomi un brivido. Che cavolo ci faceva un ventilatore in un Pub di Kiri? Per di più con quel tempo freddo, sebbene fosse Primavera! Beh, era il momento di estrarre la spada. Non chiedetemi perché volevo farlo. Forse avevo visto troppa tv, troppi telefilm con super ninja.

天帝乃刃

Ma che cavolo avevo detto? Bah, stupito del mio stesso linguaggio afferrai il manico d'aria della spada e slacciai il fodero. Un sonoro Tonk si sentì nella taverna. Cercai di sentire il manico, tastandolo. Ma un momento, manico d'aria? Ma che cavolo... mi girai per guardare la mia lama a terra. Ma allora non aveva un'elsa d'aria... quel vecchio mi aveva truffato!

Sapevo che questa spada era una taroccata. L'ho pure pagata un sacco di soldi, che cavolo! È piena di buchi e non l'ho nemmeno usata!

Me la rimisi dietro la schiena, rimettendo a posto la fascia che teneva il fodero. Rialzai lo sgabello e mi ci risedetti. Le persone intorno a me non dissero nulla, ormai erano abituate alle mie scenate. Guardai di nuovo il mio thè. Quella bevanda, dal gusto unico e inconfondibile, l'unica che mi dava conforto. Ma che?!

Un insetto!

Come aveva osato un insetto sporcare il mio prezioso nettare degli dei! Lo presi e lo schiacciai, buttandolo a terra. Bevvi comunque il thè. Me lo avevano servito. Non doveva essere stato servito invano. Serio in volto mi alzai, per uscire dal locale. Aprii la porta e fortunatamente non mi chiesero il conto. Non avevo molti Ryo dietro e la giornata era ancora lunga. Una forte scossa di terremoto e sbattei contro qualcosa. La botta mi fece cadere e vidi malamente la forma davanti a me. Sembrava un insetto gigante, no, forse più un leone. Ah , che cavolo. Scossi la testa. Oddio, non ci potevo credere.

M-Mam-ma I-i-inset-t-to?

Non guardai verso l'alto ma subito rientrai dentro la locanda, non avendo il coraggio di guardare fuori. Sudando freddo, osservai gli altri.

Mi sa che ho fatto una cazzata e per quella cavolata ora qualcuno ce l'ha con noi...

Mi girai, cercando di mettere a fuoco quell'essere.



CITAZIONE

Stato Fisico
Perfetto
Stato Mentale
Impaurito
Chakra
300

Armi ed equipaggiamento

Kunai x 5
Shuriken x 8
Flash x 6
Sigillo Esplosivo x 8
Tonico Blu x 3
Respiratore
Fumogeno x 11
Wakizashi x 2
Fukibari [ Pacco da 5 ]
Tonico Rosa
Guanti con Lamina d'acciaio
Tonici da Guerra x 3
Tonici Coagulanti x 5
Tonico Viola
Tonico Nero x 2

CITAZIONE
Nome Arma: 天帝乃刃 (Tentei no yaiba) - Heavenly King's Sword
Descrizione: La spada perfetta per un Kaguya, se spada possiamo definirla. Non ha elsa ed al suo posto v'è un incavo a forma di cerchio, con un diametro di due centimetri. Questa spada è infatti composta dalla sola lama, lunga ben un metro e venti. Sulla base vi è scritto il nome del possessore ["Nike Kaguya"], inciso sull'acciaio in caratteri eleganti. La spada presenta altre particolarità. La lama ha la stessa forma di quella di una katana ma è ovviamente più grossa. Ha infatti una base di venti centimetri e termina con un incavo di due centimetri. Questa spada non ha infatti una propria punta. La spada sarà larga cinque centimetri per poi avere una scanalatura che la porterà al filo della lama. [ L'incavo sarà a cinque centimetri della parte più spessa della lama. ] Nella parte più spessa della spada saranno collegati nove fori a distanza dieci centimetri uno dall'altro. Questi fori avranno un diametro che non farà toccare il bordo della spada di due centimetri. Saranno inoltre collegati all'incavo interno. La lama è di colore nero. Sarà presente un fodero che non potrà essere tolto voltando la spada verso il basso. Il fodero, a differenza della spada sarà di colore bianco, senza nessun particolare motivo sopra.
Immagine:
Lavorazione: Arma dell'Artefice
Costo: 1700 ryo
Tempo di produzione: provvisoriamente otto mesi, ma ho intenzione di rivedere in futuro alcune cose sui tempi di produzione eccessivamente lunghi.


 
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god of war
view post Posted on 27/4/2009, 10:14




CITAZIONE

Narrato
Parlato
Parlato di altri
+Pensato+




Chapter:0 Brutti Presentimenti




Una notte buia a Kiri, il mio villaggio, troppo buia anche per il paese della nebbia colmo d’assassini silenziosi e letali come la lama di un coltello ben affilato. Io mi trovavo lì nel villaggio, all’incirca nel centro città, ma scappavo, ancora più impaurito dal fatto che non sapevo bene da chi o da che cosa scappassi, sapevo solo che avrei dovuto correre più di quelle creature se volevo rimanere in vita. Tutto intorno a me sentivo solo strazianti urla di dolore donne, uomini o bambini le creature non facevano distinzione di sesso o d’età voleva solo il sangue. Il nostro sangue quello della gente di Kiri, ma una cosa forse più strana che non riuscivo a capire da dove fossero saltati fuori quei mostri, affamati di corpi umani. Il mio cervello pensava solo a scappar per rimanere in vita, mentre il mio cuore avrebbe voluto tanto fermarsi ad aiutare tutta quella gente, anche se probabilmente sarei morto. Più correvo e più speravo che tutto d’un tratto i jonin e i ninja delle squadre speciali intervenissero per aiutarci, ma non accadeva niente troppo tempo ormai era passato dall’attacco della prima bestia sugli abitanti, nessuno oltre a me sembrasse avere i gradi ninja, tutti civili. Continuando a correre follemente il mio corpo quasi non rispondeva più tanto l’acido lattico e la fatica, lo stavano stroncando, decisi di rifugiarmi in una piccola via sulla destra della strada principale che stavo percorrendo, vidi con gran dispiacere che era un vicolo ceco, fine della corsa. Fine di tutto immagino, decisi allora di combattere mi girai e guardai in faccia il pericolo, e in questo caso anche il motivo della mia morte, l’animale era già lì inesorabile quasi famelico, voleva saziarsi con la mia carne e dissetarsi con il mio sangue, non avrebbe avuto entrambi con facilità avrei lottato, infine la bestia scattò, ma quando fu quasi sopra di me pronta ad azzannarmi qualcosa colse la mia attenzione...
+Un raggio di luce che ci fa in questa notte buia, ma non può essere fino a poco fa c’era un bestione davanti a me pronto a farmi a pezzi con i suoi denti aguzzi, ora invece c’è questo filo di luce che m’infastidisce oltre modo, forse se apro gli occhi capirò qualcosa... +
Disteso sul letto ad occhi chiusi, aprendoli e toccandomi la fronte capii tutto, infatti, il sudore freddo che mi ricopriva quasi tutto era sintomo di un brutto sogno, che evidentemente avevo fatto quella notte, ricordavo quasi tutto del sogno e ripensandoci da sveglio mi vennero nuovamente i brividi, davvero una delle cose peggiori per un ninja vedere che tutta la tua gente e il villaggio sono impotenti, venendo anche uccisi, davanti ad un nemico superiore e spietato e non poter far niente per loro è una pena ancor più grave al limite del sopportabile.
Cercai di non pensare al mio terribile sogno, mi lavai e mi vestii in fretta volenteroso di uscire da quella stanza che ormai mi sembrava una specie di prigione, dovevo cambiare aria. Feci un giro per il Paese, ma ogni volto che incontravo sul cammino mi riportava vivido il tragico ricordo, dovevo calmarmi ero troppo agitato, provai con un posto dove non c’era nessuno, ma niente non c’era modo di alleviare i miei pensieri, forse una buona risata, la gioviale allegria e una buona tisana di una taverna mi avrebbero rallegrato. Decisi di entrare nella prima che trovai poco lontano da dove mi trovavo, entrai e mi sedetti in un tavolo libero ordinando alla cameriera un the, guardandomi in torno vedevo solo civili, tranne uno che indossava un giubbotto che erano soliti portare i Chunin, l’avevo già visto nel villaggio, ma in quel momento il suo nome mi sfuggiva. Non calcolai quanto rimasi alla taverna osservando le persone che passavano da quelle parti, mentre l’unica persona che conoscevo almeno di vista giocava a carte con dei suoi amici, finché il Chunin disse una strana frase alla cameriera.

Signore. È colpa della società! E chi è la società!? Siamo noi!
La cameriera ne risultò offesa e gli tirò un sonoro ceffone, la scenata mi fece sorridere, alleggerendo i miei pensieri cupi, ma non bastò il ragazzo si alzò di scatto in piedi cercando di usare la sua spada che nel frattempo era caduta a terra, il che lo fece esclamare contro il vecchio che gliela aveva venduta per un mucchio di soldi. Infine si sedette nuovamente per bere il suo the immaginavo, quando gridò ancora che c’era un insetto nella sua bevanda, lo tolse e finì di berla uscendo in seguito senza pagare. Stavo ridendo ancora per quello che era successo in quell’animata locanda, quando si sentì un forte rumore e molti si guardarono intorno impauriti, mentre il Chunin appena uscito rientrava nella taverna con una faccia parecchio impaurita, dicendo qualcosa che non capii per il brusio che si era creato. Pensai fosse una cosa da niente, un'altra scenata per un nonnulla, risi ma quando anche io guardai fuori della finestra, alla mia sinistra, non credetti ai miei occhi...



Status
SPOILER (click to view)
Chakra/Energia: 100-=/100

Status Fisico:
Intatto

Status Mentale:
Abbastanza Teso

Status Positivi:
nessuno

Status Negativi:
nessuno


Status Equipaggiamento:
Integro

Equipaggiamento visibile:
-Porta kunai/shuriken
-Tasche

Equipaggiamento occultato:
4 Shuriken {nel porta kunai/shuriken}
3 Kunai {nel porta kunai/shuriken}

Consumi:


Note:

 
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[Lolli Depp!:.
view post Posted on 29/4/2009, 11:58




In quei tempi si vagava tranquillamente per le lande al di fuori di Suna. La sua fuga era stata portata a termine da poco tempo, e ora il giovane Butch si stava avventurando alla volta della Sede del Mercato Nero, in cerca di ispirazione, di materiali e eventualmente di compagni, o addirittura seguaci.

Fiero nel suo vagare Butch rimuginava sul suo passato, rimuginava sul presente, e fantasticava sul futuro. Avrebbe dato una svolta alla sua vita, la sua virtù avrebbe raggiunto ogni dove di quell'ammasso di elementi, il suo nome sarebbe stato cantato nelle piazze e sarebbe rimasto per sempre segnato nella storia, come colui che diede inizio alla "Nuova Era", colui che avrebbe portato la vincente cultura occidentale in quel luogo, colui che avrebbe fatto conoscere a tutti l'utilità del bidet. Già, il bidet. Da quando era fuggito non ne usava uno, era costretto a igienizzarsi tramite Bardane o foglie simili. Beh, il nome corretto non lo conosceva, ma il suo Glorioso padre le chiamava bardane, quindi Butch le chiamava bardane, per poter richiamare durante quell'inglorioso atto le memorie delle eroiche imprese del Valoroso Padre. Ah si, grande cavaliere lui.

Mentre Butch si avvicinava al Mercato Nero i suoi sogni stavano per diventare realtà. Ecco quindi che il buon Butch arrivando davanti alla suddetta Sede, ode le urla delle persone al suo interno. Quelle urla gli ricordavano qualcosa, vivide immagini comparvero nella sua testa. La fortezza messa a ferro e fuoco, le donne che venivano stuprate e i bambini che venivano uccisi senza pietà dagli invasori, i saccheggi, le fiamme, il dolore, la morte, la guerra, la sconfitta. E poi, la luce. La salvezza. Ecco che arrivava un altro piccolo esercito, l'eroe che mozzava la testa di colui che stava tentando di togliergli la sua giovane vita. L'onore, la virtù e la gloria di quel manipolo di uomini cambiò le sorti di quella fortezza. I cuori dei soldati a difesa rimasti erano ora fuorvianti, feroci come non mai scacciarono gli invasori. Quello era un eroe, e per sempre sarebbe stato ricordato. Ed ora a Butch gli si presentava l'occasione per diventare un eroe, per mostrare a tutti il suo valore.

Udendo quelle sgraziate voci urlanti e quegli strani ruggiti Butch accelerava il passo, giungendo infine ad una distanza abbastanza ravvicinata per poter osservare con una buona chiarezza ciò che stava accadendo. Sangue e urla uscivano a fiotti dove le figure nere si muovevano, senza pietà queste balzavano da un lato all'altro, squartando chiunque trovassero.

Ecco che Butch lasciava cadere ciò che stava trasportando, esterrefatto. Due gran respironi, mentre attorno a lui le cose si muovevano. Distruggevano, senza pietà proseguivano, il sangue sembrava piacergli. Ma il sangue piaceva anche a Butch, la cosa che più adorava, la guerra, era ora proprio innanzi a lui. Aveva finalmente raggiunto la prima tappa della sua Strada per la Gloria.

I muscoli irrigiditi, gli occhi che sobbalzavano da un lato all'altro, riempiendo il suo cervello di immagine nuove, ma già vissute. Ed ora l'adrenalina. Il cuore che batteva. La bocca che leggermente si muoveva, dando vita a un sadico sorriso. Butch si lecco la parte destra del labbro superiore, poi un sospiro.

Silenzio dentro di lui, la calma prima della tempesta, la fragile mente umana che se ne andava, lasciando spazio ad una efficiente macchina da guerra.

Un istante di silenzio, sfocati movimenti attorno a lui, movimenti rallentati, movimenti confusionari. Butch chiuse gli occhi.

WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

Il possente grido aveva dato inizio alla sua personale guerra. Ora tutto era sotto controllo, il suo occhi registrava ogni cosa, come un freddo calcolatore il suo cervello identificava e sceglieva, la sua esaltazione era a mille, il suo scopo era in ogni istante più vicino all'essere raggiunto. I suoi muscoli erano pronti ad agire, ad uccidere.

La natura di quegli esseri attualmente non era cosa importante, non sapeva da dove erano venuti quegli strani e luridi mostri, ma già sapeva dove sarebbero andati. E ci sarebbero andati in numerosa compagnia. Chissà, magari sarebbero giunti anche a loro i mirabolanti racconti riportanti il suo valore.


CITAZIONE
Scusate se c'è un edit, ma per sbaglio ho inviato prima del dovuto.
Ah, non ho descritto bene il mercato nero perché effettivamente non so come immaginarmelo. Lo descriverò comunque nel prossimo post in questo ho preferito mettere solo questo, poiché effettivamente quello che in questo momento il mio personaggio vede ha veramente poca importanza, i suoi pensieri mascherano e storpiano ogni cosa.

 
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5 replies since 29/3/2009, 21:24   303 views
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